lunedì 1 agosto 2016

Il linguaggio segreto dei sintomi



La tradizione, la cultura e il pensiero filosofico ci hanno indotti a pensare che mente e corpo siano due entità distinte e separate.
Eppure, fino al Diciannovesimo secolo buona parte dei «dottori» riteneva che ci fosse uno stretto legame tra emozioni e malattie, al punto da consigliare ai pazienti di recarsi in stazioni termali o balneari o di ricorrere all'omeopatia al fine di ritrovare un equilibrio emotivo e, di riflesso, rendere l'organismo più efficiente nel fronteggiare le afflizioni del corpo.
Questo approccio ha gradatamente ceduto il posto alle scoperte scientifiche che hanno messo in luce il molo di microrganismi e tossine nello sviluppo delle malattie.
Il nuovo panorama ha visto anche l'impiego di antibiotici, analgesici e antinfiammatori.
Solo in tempi relativamente recenti la concezione che mente e corpo siano interconnessi e si influenzino a vicenda è tornata in auge, favorendo lo sviluppo di un moderno concetto di malattia e di discipline come la PNEI, la psiconeuroendocrinoimmunologia, che ha evidenziato come cervello, sistema ghiandolare e immunitario siano strutture intercomunicanti, tra le quali c'è un flusso continuo di informazioni.
L'encefalo e quella che si supponeva fosse solo «manovalanza» (organi, muscoli e ossa) sono infatti in costante interazione grazie alla produzione e allo scambio di molecole dette neuropeptidi
Questa visione, che si riallaccia alle pratiche curative olistiche come la medicina tradizionale cinese, l'agopuntura e i fiori di Bach, ha preso sempre più piede grazie a recenti studi che hanno dimostrato come stress, personalità, atteggiamenti eccetera possano influenzare o essere la causa di una malattia e viceversa, ovvero che alcune malattie portino allo sviluppo di disturbi emotivi e psichiatrici.
È così che medicina e psicologia, che tradizionalmente si occupavano di ambiti diversi - rispettivamente, l'organismo e la mente - , hanno dovuto lasciare spazio a un nuovo modello che fosse in grado di integrarle.
Un processo, questo, di crescita e cambiamento che nessuno specialista della salute dovrebbe ignorare e che personalmente, da psicoterapeuta, mi ha portato a sviluppare un nuovo approccio professionale e ad approfondire e ampliare le mie conoscenze. Questa necessità è maturata in me gradatamente, quando ho cominciato a prendere coscienza che le persone che mi cercavano per risolvere disagi psicologici spesso lamentavano anche disturbi fisici.
Il fatto che le due sfere fossero le facce di una stessa medaglia mi è apparso chiaro quando mi sono reso conto che queste «coincidenze» erano troppo ricorrenti per essere casuali; inoltre, ho realizzato che i miglioramenti o i peggioramenti di una problematica emotiva o fisica viaggiavano su binari paralleli.
Da queste constatazioni è nata la necessità di confrontarmi con professionisti di altri settori - medici, osteopati, agopuntori, iridologi eccetera - che potessero aiutarmi a comprendere la complessità e le sfaccettature delle problematiche che mi trovavo ad affrontare nel mio lavoro.
Parallelamente, ho sentito il bisogno di tenermi al passo con le scoperte scientifiche che, grazie a ingegnosi esperimenti e innovative tecnologie, mettevano sempre più a fuoco le connessioni mente-corpo.
Questo libro ripercorre, seppure in modo più strutturato, il mio cammino in questo senso: al suo interno, il lettore troverà citati gli studi che mi hanno aperto gli occhi e i casi clinici che più hanno contribuito a modificare le mie prospettive sul concetto di salute.

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